Come uscire dalla dipendenza affettiva

Come uscire dalla dipendenza affettiva

Come uscire dalla dipendenza affettiva: amore patologico

Francesca (nome di fantasia) ci chiama al telefono per fissare un appuntamento. La sua voce è delicata, dolce e estremamente gentile, dopo una breve presentazione gli chiedo qual è il motivo della sua chiamata e dopo un prolungato silenzio, mi comunica: vivo “incastrata” in una relazione patologica.

Incontro Francesca, la sua gentilezza e il suo modo di fare mi comunicano da subito una forte sensibilità, mi parla a lungo della sua storia d’amore, iniziata in una notte d’estate di 6 anni fa. Una storia d’amore che lei stessa paragona a quelle che si vedono solo nei film. Mi comunica che dopo circa tre anni la storia inizia a diventare problematica, comunicando di non sentirsi amata, compresa, e di avere una forte pura di non essere all’altezza e di essere abbandonata.

Nonostante riconosce perfettamente che la relazione è caratterizzata da dinamiche abnormi, esprime in concomitanza con attacchi improvvisi di piano, testuali parole: ho provato a lasciarlo dopo i suoi tradimenti e le sue violenze, ho provato a odiarlo, a partire, a conoscere un altro uomo, ma non riesco, Dottore, non riesco!!

Inconsapevolmente ci comunica proprio il paradosso caratteristico della dipendenza affettiva: “non posso stare con lui” (per il dolore causato dai tradimenti e dalle violenze), “ne senza di lui” (per l’angoscia conseguente al pensiero di perderlo).

Tutte le relazioni d’amore sono caratterizzate da conflitti e incomprensioni, i quali molto spesso, nei casi non patologici, possono essere inconsapevolmente delle modalità organizzative delle dinamiche di coppia. Secondo il nostro punto di vista i conflitti non sono necessariamente e sempre dannosi, ma possono, se superati e se restano all’interno di dinamiche “normali”, motivare e rafforzare la coppia.

Una coppia che non litiga mai, che non si confronta, è sicuramente una coppia che non comunica e l’assenza di conflittualità, non testimonia una relazione sana, ma al contrario una relazione morta. E’ importante capire quando i conflitti e le problematiche relazionali sono l’espressione indiretta di un amore finito, di una relazione che necessità di una ristrutturazione o di una conclusione. Molto spesso, nonostante c’è piena consapevolezza che l’amore è giunto a termine, non si riesce a distaccarsi dal partner, vivendo in una dipendenza, e in particolare in una dipendenza di tipo affettivo.

Comunemente si parla di dipendenza affettiva, quando la relazione di coppia è connotata da un legame sentimentale disfunzionale, quando la relazione non è vissuta con equilibrio e gratificazione ma al contrario diventa un’ossessione e un legame dannoso.

La dipendenza affettiva: il disturbo dipendente di personalità

Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-V) pur non trattando nello specifico la dipendenza affettiva, rimanda alla voce Disturbo dipendente di personalità, caratterizzato da una necessità pervasiva ed eccessiva di essere accuditi, determinando un comportamento di sottomissione, di dipendenza e un’angoscia di separazione.

Riconoscere la dipendenza affettiva

Secondo i criteri diagnostici del DSM-IV, parliamo di disturbo dipendente di personalità se sono presenti 5 o più elementi:

  1. difficoltà a prendere le decisioni quotidiane senza richiedere un’eccessiva quantità di consigli e rassicurazioni;
  2. bisogno che altri si assumano le responsabilità per la maggior parte dei settori della sua vita;
  3. difficoltà a esprimere disaccordo verso gli altri per il timore di perdere supporto o approvazione (nota: non include timori realistici di punizioni);
  4. difficoltà a iniziare progetti o a fare cose autonomamente (per una mancanza di fiducia nel proprio giudizio o nelle proprie capacità piuttosto che per mancanza di motivazione o di energia);
  5. può giungere a qualsiasi cosa pur di ottenere accudimento e supporto da altri, fino al punto di offrirsi per compiti spiacevoli;
  6. si sente a disagio o indifeso quando è solo per timori esagerati di essere incapace di provvedere a se stesso;
  7. quando termina una relazione stretta, ricerca urgentemente un’altra relazione come fonte di accudimento e di supporto;
  8. si preoccupa in modo non realistico di essere lasciato a provvedere a se stesso.

Nella dipendenza affettiva la persona non riesce a prendere delle decisioni in autonomia o senza il consenso del partner, il suo comportamento è caratterizzato da sottomissioni e umiliazioni e la paura dell’abbandono è cosi grande da vederla in termini dicotomici, di vita o di morte. Tipicamente la persona dipendente ha un pensiero negativo del proprio sé (esempio: mi trattano male per colpa mia, devo essere più buona), ha una grossa difficoltà in relazione al cambiamento e al superamento della zona di confort, una tendenza ad accettare e sottostare su ogni cosa per evitare di essere abbandonata.

La persona amata al contrario del partner dipendente è tipicamente una persona sufficientemente autonoma, con la tendenza a essere sfuggente, evitante, irraggiungibile nelle relazioni.

La dinamica di coppia, in parole semplici, si traduce in una lotta, dove un partner cerca di sfuggire e l’altro, al contrario tende a rincorrere. Nelle relazioni sane, l’amore è vissuto come un incontro, basato sullo scambio reciproco di gratificazione, sostegno, presenza fisica e psicologica.

Nella dipendenza affettiva è proprio il diniego, il rifiuto, il non sentirsi amari, che motiva e alimenta il soggetto dipendente ad amare sempre di più il partner sfuggente. Paradossalmente senza il rifiuto e la sensazione di non essere rassicurati, l’amore non durerebbe.

Riconoscere la dipendenza affettiva non è semplice, perché non è facile scindere con facilità dinamiche sane da dinamiche malate, soprattutto se si è “dentro” emotivamente, certamente se la relazione è caratterizzata da malesseri generali e continui, annullamento dei propri interessi o della propria persona, conflitti ingiustificati e di forte intensità, è importante fermarsi è riflettere sulla qualità della relazione e sulla propria felicità.

I sintomi comuni della dipendenza affettiva, in linea con le dinamiche psicologiche interne, determinano nel soggetto dipendente una forte gelosia, una devozione eccessiva, angoscia al pensiero dell’abbandono e della separazione, isolamento sociale, ansia generale e ossessione per il controllo della relazione, sensi colpa e d’inadeguatezza.    

Come uscire dalla dipendenza affettiva

Se stai leggendo quest’articolo e cercando su internet informazioni in merito alla dipendenza affettiva, significa che il livello di consapevolezza di questo problema è presente dentro di te. Stai inconsapevolmente pensando:

"sto male, ma se non faccio qualcosa starò peggio".

 

La prima cosa da fare per superare la dipendenza affettiva è riconoscerla, essere consapevoli della presenza di un problema e iniziare a lavorare sui pensieri che alimentano questa dipendenza, per poi trasformarli in cambiamenti concreti.

http://psicologiaeformazione.com/wp-content/uploads/2016/11/felicità-300x200.jpgNon bisogna proiettare le cause della dipendenza sul proprio partner (esempio: cerco rassicurazioni perché lui è sfuggente) perché le cause di queste dinamiche sono presenti all’interno della persona dipendente e vengono messe in atto, in ogni relazione significativa. Cambiare relazione quindi non cambierà molto, ciò che bisogna cambiare sono i pensieri sottostanti e i comportamenti messi in atto. Le cause della dipendenza affettiva andrebbero ricercate nelle relazioni con i famigliari durante lo sviluppo, ma senza soffermarci su questo, diviene importante lavorare sul presente, intervenire su se stessi, per migliorare il proprio benessere psicofisico.

Consigli per superare la dipendenza affettiva e l’amore dannoso – distruttivo

E’ importante sottolineare che le auto – terapie possono migliorare leggermente il problema ma allo stesso tempo possono peggiorarlo, il trattamento e la consulenza con uno Psicologo che si occupa di dipendenza affettiva è fortemente consigliabile. Cercheremo ora di dare dei consigli pratici in merito ad alcuni pensieri  tipici del dipendente affettivo, è proprio su questi bisogna lavorare:

  • Io non posso vivere, non posso farcela senza di lui/lei.
  • Lui ha bisogno di me, devo stargli vicino, è necessario.
  • Siamo abituati a stare insieme, separarci è impossibile.
  • Se non faccio come dice lui/lei saranno guai, devo assecondarlo.

Questi pensieri sono caratterizzati da una rigidità, dalla negazione del cambiamento, e invece il tuo malessere profondo in modo indiretto di chiede di cambiare. Devi essere coraggioso/a, allontanarsi dal porto sicuro, assumersi le responsabilità e concentrarti su te stesso/a. Concentrarti su te stesso e assumersi la responsabilità, significa anche incontrare la solitudine, rompere le dinamiche intrinseche e le relazioni dannose, concentrarsi sulle proprie emozioni e sui pensieri automatici disfunzionali. Sono questi alcuni dei prerequisiti per superare la dipendenza affettiva.

Per la persona dipendente mettere in atto questi piccoli consigli, diventa estremamente difficile, in quando l’ancoraggio all’altro lo rassicura, mentre un allontanamento funzionale, viene vissuto con sofferenza e con la sensazione di sentirsi perso.

La dipendenza affettiva per essere superata necessita d’interventi multifattoriali, in quando alla base vi sono molte dinamiche inconsce, modalità relazionali apprese e interiorizzate durante lo sviluppo, che necessitano di essere destrutturare e successivamente ricomposte con pattern più adattivi. Farsi aiutare da un esperto è fondamentale.

Diventa importante, in caso di difficoltà chiedere una consulenza a un professionista del settore

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