Consigli per superare l’insicurezza e la timidezza
Alcune persone sembrano geneticamente sicure di se, determinate, predisposte ad affrontare le scelte della vita, senza esitare alcun sintomo d’incertezza. Al contrario, altre persone appaiono sempre in preda di una crisi di decisionalità e d’incertezza di fronte alla vita e alle sue esperienze interne.
In ambito psicologico, la personalità è intesa come la somma di diverse caratteristiche psichiche e comportamentali, specifiche di ogni persona. La personalità si rivela attraverso un’osservazione approfondita di diversi aspetti, interessi, predisposizioni proprie dell’individuo. La personalità non è un’entità rigida ma al contrario si caratterizza per la sua dinamicità, che può variare in base a esperienze importanti per il soggetto.
Senza soffermarci sullo sviluppo della personalità e sull’influenza delle cure genitoriali, ci teniamo a porre l’accento in merito alla personalità, la quale può essere modificata e migliorata, o paradossalmente può peggiorare come reazione a eventi negativi. In altre parole, ricollegandoci all’oggetto principale del nostro articolo, una persona sicura di se, non è detto che sarà e affronterà sempre la vita con la stessa determinazione, come allo stesso tempo un ragazzo timido, non dovrà necessariamente convivere per sempre con la sua insicurezza e timidezza. Certamente però, le cose resteranno tali se non faremo qualcosa, o se continueremo a mettere in atto le stesse azioni o strategie, per far fronte alla nostra timidezza.
Dopo tutto, come possiamo aspettarci qualcosa di diverso se mettiamo in atto le stesse azioni? Come possiamo sperare di ottenere nuovi risultati se non cambiamo qualcosa di noi?
La speranza è un pensiero ottimistico, ma non una strategia funzionale
Il problema è proprio relativo al cambiamento, alle difficoltà d’individuare l’oggetto del cambiamento e alle resistenze sul cambiamento stesso. In un convegno sull’efficacia della terapia psicologica e sulla psicoterapia, il mio collega citò una frase di Ippocrate:
“Prima di guarire qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose
che l’hanno fatto ammalare”
Superare la timidezza e l’insicurezza
Se pensiamo al cambiamento, al miglioramento, come un processo piacevole, rischiamo di guardare solo il fine, l’obiettivo, senza osservare che tale conquista, ha bisogno di un percorso fatto di fatica, tenacia, perseveranza. Quindi, detto in parole semplici, se vogliamo cambiare, migliorarci, dobbiamo agire, trasformare i pensieri in azioni, trasformare le filosofie in teorie pratiche di vita. Il cambiamento però, deve essere strutturato, ben programmato e monitorato con cura. Non c’è spazio per l’improvvisazione.
Se vogliamo superare l’incertezza e la timidezza, dobbiamo rafforzare e potenziare la nostra autostima. L’autostima è il giudizio percettivo che diamo a noi stessi, la valutazione in merito alle nostre abilità e capacità, il risultato delle precedenti esperienze di successo o di fallimento.
Un uomo che ha sempre riscontrato un ottimo successo con le donne, avrà un’autostima in merito alla capacità di piacere e conquistare l’altro sesso, ben radicata, sviluppando intraprendenza e sicurezza relazionale. Al contrario, un uomo che ha sempre avuto difficoltà in tal senso, sperimentando numerosi insuccessi in merito al corteggiamento, possiederà una bassa autostima riguardante tale specificità.
L’autostima, insieme all’autoefficacia e ad altre componenti, realizza, ciò che si definisce profezia che si “auto adempie”. Tipicamente, una persona sicura di se, con una buona autostima avrà più fiducia e perseveranza nel raggiungimento dei suoi obiettivi, vedendo le difficoltà come sfide e non come limiti insuperabili, sarà predisposta a spingersi sempre in altro, trasformando la possibilità di farcela in realtà concreta.
Al contrario, una persona con scarsa autostima verrà i limiti come eccessive difficoltà, sviluppando un atteggiamento passivo, penserà di non farcela e tale pensiero si ripercuoterà sul risultato. Penserà: non riuscirò mai a laurearmi, a vincere quella gara, a ottenere i risultati eccellenti dei miei colleghi, ecc. Tenderà a rinunciare, a evitare di affrontare il percorso universitario, a gareggiare o a esporsi in altre situazioni.
L’evitamento sarà la strategia disfunzionale che lo salverà dalla frustrazione, amplificando la disistima. Se tutti noi, evitiamo qualcosa che temiamo, continuandola a evitarla ogni qualvolta potrebbe presentarsi, svilupperemo al 90% un violento peggioramento. Questo vale anche per l’insicurezza e la timidezza.
Superare la timidezza: strategie e consigli
Esistono diverse strategie e trattamenti per superare il problema della timidezza, soprattutto quando quest’ultima è vissuta con forte disagio e frustrazione personale.
La prima cosa che puoi fare per sconfiggere la tua timidezza e individuare le strategie disfunzionali che metti in atto, paradossalmente per controllarla, diminuirla. Può sembrare strano ma spesso sono proprio i comportamenti che utilizziamo per cercare di ridurre, sconfiggere qualcosa, che in realtà la nutrono. Questo chiaramente senza la nostra consapevolezza diretta. Quindi, rifletti sui comportamenti strategici che utilizzi per sconfiggere la tua timidezza e la tua insicurezza, e valuta la loro efficacia funzionale.
Generalmente il timido “patologico” tende a evitare situazioni dove la timidezza può manifestarsi, rinunciando a intervenire durante una conversazione, a parlare con una ragazza, a esporsi e a dire con determinazione la propria opinione. L’evitamento ti protegge dal disagio e tiene a bada la tua timidezza ma se osservi bene, peggiora la tua percezione di te, aumenta la disistima e di conseguenza alimenta il tuo problema.
Per bloccare questo processo di crescita autodistruttiva devi iniziare a “evitare di evitare” e iniziare ad affrontare giorno dopo giorno, a piccoli passi, la tua timidezza, guardandola in faccia e non voltandogli le spalle. Devi memorizzare un semplice concetto:
la timidezza affrontata si trasforma in sicurezza personale, evitata, si alimenta
Un’altra strategia efficace e la ristrutturazione dei pensieri. Questo metodo terapeutico, conosciuto in ambito clinico con il nome di ristrutturazione cognitiva è usato per il trattamento della maggior parte dei disturbi o difficoltà di natura psicologica.
La ristrutturazione cognitiva consente di modificare i pensieri, le credenze, la rigidità mentale che si rivelano disfunzionali e abnormi, causando di conseguenza un comportamento problematico e inefficiente. Questo metodo è alla base della risoluzione del problema legato al disturbo d’ansia (attacchi di panico, ansia da prestazione sessuale, ipocondria, ecc.), conflittualità cronica di coppia, disturbi dell’umore, inefficienza lavorativa, sportiva.
"La mente ha un potere molto più grande di quando immaginiamo,
e noi dobbiamo imparare a controllarla e non farci controllare da essa"
In pratica, lo Psicologo individua ed esamina i pensieri del soggetto in relazione al suo disturbo o alla sua difficoltà (in questo caso la timidezza) sottolineando le reazioni emotive comportamentali correlate, aiutando il cliente a comprendere quanto il pensiero influenzi i suoi sintomi e le sue reazioni. La finalità di questa ristrutturazione è l’eliminazione dei pensieri negativi, con la sostituzione di pensieri che consentono un risultato più funzionale e adattivo.
La strategia del contro-evitamento e la tecnica della ristrutturazione cognitiva, possono essere sufficienti per superare la timidezza e l’insicurezza personale.
Generalmente il problema della timidezza si supera senza l’aiuto di un professionista, da se, ma se il problema persiste e tende a essere insuperabile, la consulenza psicologica online o in studio consente di apprendere le strategie per superare in breve tempo quest’aspetto di noi che non amiamo particolarmente.
Non dimenticate mai che voi siete forti!