Come superare la fine di una relazione

Come superare la fine di una relazione

Come superare la fine di una relazione d’amore

A tutti, almeno una volta nella vita è capitato che il proprio partner esprimesse la decisione di concludere la relazione d’amore, (fortunatamente e dopo vi spiegherò il perché). Generalmente la “vittima” entra in uno stato di sconvolgimento emotivo, di confusione, di alienazione, mettendo in atto comportamenti infantili e inaccettabili, toccando spesso il fondo della dignità personale.

Nella mente del lasciato/a riaffiorano le ultime parole del partner, tipicamente gentili, espresse con un tono calmo ma deciso, ad esempio <sento l’esigenza di stare solo/a; è meglio che riflettiamo sulla nostra relazione; non ti amo più come un tempo>.

Queste frasi provocano nel “lasciato” un dolore cosi forte che la persona inizia in molti casi ad avere dei cambiamenti fisici e psicologici, difficoltà ad addormentarsi, incubi, pensieri ossessivi con contenuti legati alla storia, disturbi alimentari, aggressività, depressione, apatica, attacchi di panico disinteresse generale per ogni attività e pianto improvviso.

Tutti questi stadi d’animo sono associati con una grande quantità di pensieri errati che peggiorano la sintomatologia. Tipicamente la persona, superata la fase di negazione dell’abbandono, tende a rivivere mentalmente e in modo continuo tutto il trascorso con la persona amata, proprio come in un film, cercando di individuare le motivazioni della decisione del partner di concludere una storia d’amore fantastica.

Lo stato confusionale, il dolore e il senso di vuoto, radicati all’interno della persona, provocano delle false deduzioni sulle motivazioni di tale gesto, con il risultato che il riflettere sul movente, senza individuare correttamente il reale motivo, produce un ulteriore sconvolgimento e confusione mentale. In altre parole, le domande che affiorano nella mente della persona abbandonata sono tipicamente le seguenti: <avrà un altro/a? sono io che non sono stato/a all’altezza? Sono io che sono cambiato/a?

A tali risposte e continue domande ossessive, la vittima non riesce a trovare una giusta collocazione, in quanto è troppo coinvolta emotivamente per poter mettere in atto un pensiero deduttivo corretto. Tutti questi episodi sono del tutto normali e fanno parte dell’abbandono, della perdita, e sono i requisiti di una futura rinascita.

Le fasi dell’elaborazione della separazione

Come superare la fine di una relazione d'amore

 

La psichiatra Elizabeth Kubler-Ross s’interessò a lungo sul processo dell’elaborazione del lutto, individuando le dinamiche mentali tipiche della persona “affetta” da abbandono (il quale è un lutto). In particolare secondo la psichiatra, il soggetto abbandonato – lasciato vive subito dopo l’episodio, una fase di negazione dell’abbandono, non riuscendo a credere che il proprio partner ha deciso di chiudere la relazione, (non ci posso credere, non è possibile).

L’esame di realtà è compromesso, correlato come abbiamo sottolineato a uno sconvolgimento emotivo, cognitivo e comportamentale. Successivamente l’innamorato – abbandonato è invaso di rabbia e frustrazione, cercando qualche forma di vendetta verso il partner carnefice. In questa fase, possono infatti manifestarsi episodi di violenza poiché la vittima vede cattiveria nei gesti della persona “amata” e pensa che non avrebbe dovuto trattarla in tale modo, diventando una vittima aggressiva.

Nella fase successiva, definita di patteggiamento o contrattazione, il soggetto inizia a riprendere in mano la sua vita, controllando i comportamenti disfunzionali e mettendo in atto delle soluzioni per ricostruire la storia, arrivando successivamente alla fase depressiva, nella quale inizia realmente a prendere atto della perdita, a riconoscerla come tale. In questa fase la persona esprime il suo dolore nel silenzio, tende a isolarsi, ad esprimente la perdita con il pianto, vivendo i sintomi propri di un disturbo depressivo.

Superare queste fasi, caratterizzate da confusione, negazione della realtà, rabbia e apatia si raggiunge la fase di accettazione in cui la persona ricomincia a riprendersi la sua vita e la sua autostima, persa con l’abbandono. In questa fase il grande amore viene visto con uno sguardo lontano, distante e razionale, restando come un bel ricordo e come un’esperienza dolorosa ma formativa per la propria crescita personale.

Come superare la separazione o il fallimento matrimoniale

 

Chiaramente queste fasi non sono necessariamente vissute con la stessa intensità o lo stesso ordine in tutte le persone, ogni persona in base alle proprie caratteristiche di personalità, in base alle proprie risorse mentali e al livello di attaccamento con il partner, tenderà a mettere in atto comportamenti differenti.

Esistono persone che vivono l’abbandono con estrema sofferenze ma temporaneamente, superando in breve tempo il lutto e rinascendo migliori e più felici, mentre altre che non riescono a superare la perdita neanche dopo 2 anni, rinunciando a vivere di conseguenza la propria vita e restando aggrappate patologicamente al passato.

Generalmente le persone superano la fine di una storia importante entro 8 mesi, al contrario se il trauma rimane ancora radicato, influenzando negativamente la propria vita oltre 2 anni è assolutamente consigliabile rivolgersi a uno Psicologo, il quale analizzerà le cause di questo deragliamento senza via di uscita, indicando la strada per il superamento di tale difficoltà. Diventa importante, in questi casi chiedere aiuto a chi conosce i meccanismi e le tecniche per il superamento di queste fasi di ancoraggio patologico.

Come superare la fine di una relazione: consigli 

La prima cosa che devi fare quando sei stato abbandonato e fermarti, vivrai lievemente alcuni sintomi di uno schizofrenico (di minore intensità) con una compromissione cognitiva che colpirà la concentrazione, il pensiero astratto e la capacità di risolvere i problemi. Il tuo pensiero sarà affollato di pensieri e immagini disfunzionali insieme ad altri sintomi dolorosi.

Quindi la prima cosa che devi fare è fermarti, cercando di mantenere la calma, evitando di pensare al peggio. Devi prendere coscienza del tuo dolore, delle tue sensazioni mentali e corporee, devi accettare il dolore, ascoltarlo e darle sfogo, non dovrai rifiutarlo, cercando in qualche modo di controllarlo, perché ritornerà amplificarlo.

Devi fare sfogo alle tue emozioni negative, piangendo e sfogandoti (devi cercare di essere intelligente e non farti male con sfoghi comportamentali dannosi per la tua salute). Non ricercare continuamente le cause della sua scelta, inizia a distanziarti mentalmente dalla visione idealizzata del tuo partner, riflettendo anche sui ciò che non amavi e rompere la dipendenza affettiva che avevi creato .

Devi scegliere se essere vittima degli eventi e farti sopraffare o essere un dominante e controllarli

Una cosa importante che devi fare è cambiare alcuni pensieri. Cogli abbandono come un cambiamento, come una sfida e non come una sconfitta.

Proprio come giardiniere deve rimuovere tutte le erbacce per far crescere il raccolto, cosi devi liberarti la mente da tutti i pensieri deboli, che si comportano come erbacce e minano la tua forza. Stai attendo alle emozioni forti, e dai loro il giusto significato. Ogni volta che ti trovi travolto da un’emozione troppo intensa occupa subito il tempo con qualcos’altro.

Ricorda, molti grandi guerrieri hanno perso la vita reagendo troppo violentemente a degli insulti, o hanno iniziato a combattere contro chi li scherniva senza una preparazione adeguata, agendo solamente guidati dalla rabbia. Impara a superare queste debolezze con la pratica e ricorda che la rabbia fa parte del carattere dei deboli.

Accetta ciò che ti è capitato, sicuramente è una delle cose più belle che ti sono successe ma tu non lo sai ancora.

Ho ascoltato e aiutato persone che erano disperate proprio come te, dopo un anno sono persone nuove, molto più felici e hanno ottenuto dalla vita ciò che prima non avevano mai immaginato, vivendo il passato come un’esperienza di crescita e non di sconfitta. Per dirla con le parole di Mandela, tu sei il padrone del tuo destino, il capitano della tua anima.

E tu aspetta un amore più fidato,il tuo accendino sai io l’ho già regalato, e lo stesso quei due peli d’elefante, mi fermavano il sangue, li ho dati a un passante. 

Poi il resto viene sempre da sé, i tuoi “Aiuto” saranno ancora salvati, io mi dico è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati.  

Fabrizio De Andrè

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