Caratteristiche cerebrali in adolescenza
L’adolescenza insieme alla fanciullezza rappresentano i due momenti della vita particolarmente complessi. Gli studi di queste due fasi sono numerosi soprattutto per quanto riguarda l’adolescenza, su cui tanto si è prodotto e ancora si continua a produrre. Il primo studio su questa fase di vita risale a Stanley Hall:
… con la sua scuola, alla Clark University, utilizzando la tecnica dei questionari, raccolse una quantità sterminata di dati sull’adolescenza [1904]… (Palmonari, Psicologia dell’adolescenza, terza edizione 2011, Il Mulino).
Da questo momento gli studi sull’adolescenza si sono moltiplicati fino ad arrivare, negli ultimi anni, a scoperte significative avvenute in ambito neuroscientifico sullo svilluppo cerebrale. Tali scoperte mostrano che alla base dei comportamenti tipici dell’adolescenza vi sono specifiche regioni neuronali.
Diventa quindi importante per approcciarsi in modo responsabile a questa fase di vita, come anche a quella precedente, conoscere le strutture cerebrali che saranno poi alla base di comportamenti tipici o atipici futuri.
Ci sono grandi cambiamenti nell’adolescenza, non solo cambiamenti fisici, ma anche nello sviluppo relazionale ed emotivo e soprattutto come abbiamo già detto precedentemente, cambiamenti cerebrali. Queste trasformazioni sono legate in modo particolare a due aree cerebrali che si sviluppano indipendentemente e che devono sempre più armonizzarsi. Queste aree sono: la corteccia prefrontale e il sistema limbico.
La corteccia prefrontale è l’ultima area corticale a raggiungere la piena maturazione intorno ai venticinque anni circa. Essa è la porzione più anteriore del cervello è molto più grande nell’uomo rispetto alle altre specie e si occupa di una serie di funzioni cognitive di alto livello, le funzioni esecutive: consente di ragionare in modo critico e con giudizio, controlla gli impulsi, pianifica gli eventi, prende decisioni ponderate, definisce priorità e organizza il sistema dei pensieri, comprende le intenzioni e il punto di vista altrui. La corteccia prefrontale è una delle aree più interessanti e decisive per comprendere il nostro pensiero astratto, la nostra autocoscienza è, per così dire, quella struttura che ci permette di elaborare un giudizio e prendere decisioni valutando il rapporto costi/benefici, ma nell’adolescente quest’area è ancora in fase di costruzione, per questo motivo prevale un comportamento più istintuale.
Il sistema limbico comprende una serie di strutture sottocorticali tra cui l’amigdala la quale gioca un ruolo chiave nella formazione e memorizzazione dei ricordi associati ad eventi emotivi. Il suo compito è quello di far nascere desideri, ricercare il piacere e forti sensazioni senza valutare molte volte le situazioni di rischio. Questo sistema trova il suo mutamento in modo particolare nella pubertà.
La regolatoria tra questi due sistemi è dura, lo sviluppo deriva non solo dai geni, ma anche condizionato dall’ambiente e in modo particolare dai comportamenti degli adulti. Nell’adolescenza prevale la supremazia del sistema limbico facendo incorrere l’adolescente in diversi rischi, sempre alla ricerca di sensazioni nuove e forti. La mancanza di controllo nel contenere l’impulsività, il non ragionare abbastanza prima di agire è una caratteristica dovuta alla giovane età in quanto non essendo ancora completamente formata la corteccia prefontale i comportamenti sono più istintuali.
Qui entra in gioco anche la capacità di autoregolazioni delle emozioni e dei comportamenti, secondo il modello ricevuto da bambini. Il piccolo impara a regolare le proprie emozioni e comportamenti attraverso l’ambiente familiare, grazie alla presenza degli adulti di riferimento come afferma anche Steinberg:
I genitori svolgono un ruolo significativo nell’insegnamento delle capacità di autoregolazione, essi devono mantenere fin dalla nascita tre atteggiamenti ben precisi, devono essere: affettuosi, risoluti, raggianti nei confronti dello sviluppo dell’autonomia del bambino. Se i genitori si comportano cosi fin dalla nascita del proprio figlio una volta adolescente riuscirà a sviluppare con maggiore facilità la propria capacità di regolare le emozioni, i pensieri e i comportamenti. In caso contrario, durante l’adolescenza sarà ancora possibile (anche se più difficile) stimolarne la sicurezza, la competenza e l’autonomia. (Steinberg, Adolescenti. L’età delle opportunità, 2014, Codice Edizioni).
I primi anni di vita sono significativi anche per lo sviluppo cerebrale. Le amicizie, l’esperienze a scuola, con i compagni di classe e gli insegnanti, le relazioni in modo particolare con i componenti della famiglia influenzano lo sviluppo cerebrale negli anni fino alla adolescenza. (Sigel, La mente adolescente,2013, Raffaello Cortina Editore). I genitori quindi hanno una reponsabilità di rilievo nel proporre ai loro figli stili ed esperienze significative, immettendoli, soprattutto quando sono bambini, in contesti stimolanti.
La conoscenza di questi sviluppi neuronali deve aiutare gli adulti ad accogliere la vita degli adolescenti, senza cadere in giudizi negativi nei loro riguardi, che invece di aiutare e sostenere, non fanno altro che appesantire le loro esistenze.
Autore: dott. Raffaele D’Antuono
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